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martedì , 19 Marzo 2024

L’ODISSEA DI FRIGOLANDIA.

UNA STORIA TUTTA ITALIANA

Intervista a Vincenzo Sparagna

Cos’è Frigolandia?
Frigolandia è un centro culturale polivalente, fisicamente localizzata nel Comune di Giano dell’Umbria, che si muove in diversi ambiti. Abbiamo un Museo, il Museo dell’Arte Mai Vista, un movimento artistico inventato da me e da Andrea Pazienza nel 1985 nato rispetto ai miei disegni commentanti da Pazienza e che poi si è esteso a tutta l’arte delle riviste cosiddette “mai viste” cioè tutte le riviste che abbiamo inventato nel corso degli anni come il Male, Frigidaire. Complessivamente nel Museo sono esposte circa 500 opere in cornice, stampe, poster, giornali. In archivio sono ordinate circa 4000 tra tavole originali, disegni, quadri, sculture .

Ci sono migliaia di fotografiche nell’archivio fotografico e le riviste propriamente nostre. Considerato che stampiamo da 43 anni capirete che si tratta di un archivio enormemente esteso. Oltre questo, pubblicazioni, albi, libri.
Oltre alla parte statica, che viene visitata da migliaia di persone nel corso degli anni. Poi c’è la redazione vera e propria, dove prepariamo le riviste ed i libri (prossima pubblicazione un libro che racconta i 40 anni del nostro lavoro).
Ci sono poi gli edifici che accolgono i cittadini e cittadine frigolandesi. Al momento nel nostro universo “girano” un paio di migliaia di persone che hanno i “passaporti” di Frigolandia, e complessivamente stimiamo che siano venute circa 12000 persone negli ultimi quindici anni.

Poi Frigolandia è anche una base per iniziative che sono avvenute fuori da Frigolandia, mostre organizzate in tutta Italia con centinaia di opere e che sono durate mesi. C’è una popolarità diffusa di un certo tipo di produzione artistico culturale legata a Frigidaire, anche correlata al dato anagrafico. Dalla nascita di Frigolandia c’è stato un ulteriore rinnovamento dei protagonisti di Frigidaire, oggi siamo alla quarta generazione di autori che sono per lo più 30enni.
Voglio segnalare che al centro di tutta l’avventura di Frigolandia c’è Maila Navarra, l’anima della nostra attività grafico editoriale. Al suo fianco ci sono tanti autori giovani, molto giovani, che si sono impadroniti della nostra storia e l’hanno portata avanti.

Un ulteriore elemento per comprovare l’importanza di questa esperienza è un dato noto al pubblico che l’università di Yale negli Stati Uniti, si è interessata alla produzione culturale di Frigolandia. Come è successo? Come si è sviluppata questa collaborazione?
Nel maggio 2017 si è fermato per una settimana qui a Frigolandia il professor Kevin Repp il quale è il responsabile della Library della Yale University. Lui chiaramente conosce l’italiano ed ha acquistato per conto dell’Università l’intero archivio delle pubblicazioni, una parte dell’archivio fotografico e lettere, carteggi, testi editi ed inediti. Pensate, circa mezza tonnellata di carta. Il tutto pagato più di 200.000 euro che sono stati decisi per poterci far fare lavori di ristrutturazioni che erano assolutamente necessari, e che ci hanno consentito di completare il lavoro di ricostruzione che è partito sin dal nostro arrivo nella struttura nel 2005. I nostri interventi nel corso degli anni avevano portato ad uno sbilancio economico che l’intervento di Yale ha consentito di ripianare.

Cosa è accaduto invece rispetto ai rapporti con l’Amministrazione comunale?
Dobbiamo fare una premessa, Frigolandia è arrivata a Giano nel 2006. Poi nel 2007, dopo aver organizzato una prima mostra sull’olio con più di cento artisti, le componenti più conservatrici della sedicente maggioranza di centrosinistra di allora, cominciò una opera di contrasto anche in Tribunale. Ci accusarono di essere morosi, ma mandavano le notifiche ad un indirizzo sbagliato. Il processo durato diversi anni si è concluso con la nostra vittoria. Da li in poi da parte del Comune si è generata una sorta di sorda ostilità fino a diventare ostilità aperta nel 2014 2015.

Su cosa è scoppiato il nuovo conflitto con il Comune?
Ora il nostro contratto di locazione prevede una durata decennale con tre rinnovi automatici agli stessi patti e condizioni salvo disdetta. Il canone prevede un affitto di 6000 euro l’anno da corrispondere al Comune con le spese di mantenimento a nostro carico. Parliamo di circa 30000 euro l’anno complessivamente. Ovviamente il contratto aveva questa conformazione per la quantità di investimento economico e di energie dei volontari necessario per rimettere a posto e poi far funzionare pienamente questo posto. Il comune di Giano ad un certo momento, ci invia una comunicazione di sfratto alla scadenza del 2015. I nostri legali hanno replicato ed è sembrato che la cosa finisse li, poi gli anni successivi al pagamento della nuova rata il Comune continua la sua battaglia contro di noi. A febbraio del 2020 (in piena emergenza coronavirus) la Giunta Comunale ha deliberato di fare un’ordinanza di sgombero in quanto abusivi per effetto della fine del contratto. L’ordinanza in quanto tale, ci ha costretto a fare un ricorso al TAR invece che al tribunale ordinario. Il Comune in sostanza sta tentando di invalidare il contratto.

Ovviamente noi oltre a resistere sul piano giuridico abbiamo attivato una mobilitazione quanto più larga possibile. Siamo finiti anche al TG1 oltre che su molti giornali. Speriamo che questa mobilitazione consenta di resistere al tentativo del nuovo sindaco leghista di cacciarci. Voglio sottolineare che il nuovo Sindaco non ha mai visitato il centro, anche se siamo a 200 metri dalla sede del Comune, e come se non bastasse è attivo nella diffusione di fake news sull’uso del centro. Sostiene ad esempio, ed è davvero paradossale, che il Centro non sia aperto. Se penso a com’era la situazione di questo posto prima del nostro arrivo c’è davvero molto da ridere.

Come si spiega questo rapporto difficile?
Io penso che il problema da un lato sia una certa indifferenza della popolazione locale, specie di quella che vive lontana da noi, e non ci conosce, a differenza ad esempio delle famiglie più giovani che invece utilizzano il nostro parco. Oltre a questo si è saldata l’ostilità esplicita della burocrazia comunale che ha fatto circolare le cose più strane su di noi perché c’è la volontà di mettere le mani sulla struttura dove siamo. L’effetto di queste azioni, ad esempio, è stato il lancio delle teste di capretto per intimidirci.
Ovviamente senza riuscirci.
Quando è arrivato il nuovo Sindaco, eletto sulla base dello slogan “Prima i
gianesi”, in pratica siamo stati identificati come alieni perché non siamo di Giano e questo ha determinato secondo me l’evoluzione negativa di questi ultimi anni. Se andassimo via noi, il posto morirebbe, come ha dimostrato l’esperienza del fallimento del centro trekking a sei mesi dal loro arrivo cinque anni prima del nostro ingresso nella struttura. Aggiungo che secondo me l’idea di rendere vuoto questo posto è proprio nelle intenzioni dei nostri avversari.

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