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mercoledì , 24 Aprile 2024

Perché la carenza di medici specialisti non riguarda solo l’emergenza da Sars-cov-2

Lo stato di emergenza in cui da un paio di settimane versa il nostro paese ha il merito di aver mostrato a tutti la forza e le debolezze del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Il Sistema dal 1978, anno in cui è stato istituito1, ha garantito una copertura universale e gratuita per le cure primarie, secondarie e terziarie: gli interventi chirurgici e le cure ospedaliere sono forniti a tutti i cittadini indipendentemente dal loro reddito mentre farmaci da prescrizione, visite specialistiche e test diagnostici sono forniti gratuitamente se prescritti da un medico e richiedono un co-pagamento in base al tipo di medicinale e allo stato del paziente (ad esempio le persone affette da malattie croniche, le persone anziane di età pari o maggiore a 65 anni, le persone a basso reddito, le donne incinte e i bambini sono esenti dal pagamento di farmaci ed esami di laboratorio).2-3

Lo stravolgimento generato dal coronavirus ha aumentato la consapevolezza generale di quanto valore abbia l’accesso gratuito alla sanità, che nel nostro paese ci è garantito, mentre in altri stati industrializzati no. Sono state altrettanto chiare a tutti l’importanza e la labilità del buon funzionamento del nostro SSN al punto che, ancor prima dell’emissione dei provvedimenti speciali, in molti si sono impegnati sia modificando le proprie abitudini sia sensibilizzando gli altri per evitare il più possibile la diffusione del virus ed il conseguente collasso del sistema; inoltre, frequenti sono state sui social (e sui balconi) le manifestazioni di gratitudine verso tutto il personale sanitario che in queste settimane sta lavorando a ritmi incessanti e spesso senza adeguati kit protettivi.

Questo generale aumento di coscienza dovuto all’epidemia è stato positivo e conferma i dati tangibili sul nostro Sistema Sanitario Nazionale che erano già stati pubblicati a novembre 2019, dalla prestigiosa rivista scientifica “The Lancet Public Health”.4

Nell’articolo viene palesato che le prestazioni complessive del sistema sanitario italiano appaiono abbastanza soddisfacenti tanto da essere classificati al secondo posto a livello globale dall’OMS nel 2010,5 al primo posto dal Bloomberg Global Health Index nel 2013,6 e noni a livello globale nel Healthcare Access and Quality Index (HAQ) del Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD) del 2016.7

Lo studio mostra però che l’alta aspettativa di vita nel paese (sia per gli uomini che per le donne) è accompagnata da una riduzione costante della spesa sanitaria pubblica, dall’aumento del numero di famiglie in condizioni di povertà e dell’età media della popolazione.

“Cost-containment measures have been progressively introduced by central and regional governments in Italy, with some acceleration over the past decade. In response to national targets to transform part of acute care into long-term care facilities for chronic conditions, the number of hospital beds has decreased substantially, from 4·7 per 1000 people in 2000, to 3·0 per 1000 people in 2016.
A spending review in 2012 led to decreased funding for the NHS, with respect to the requirements established by the State-Regions Conference, of €0·9 billion in 2012, €1·8 billion in 2013, and €2·0 billion in 2014, representing reductions of the required funding of 0·8% in 2012, 1·6% in 2013, and 1·8% in 2014. As a consequence of the economic crisis, which caused a decrease in GDP of over 8% between 2008 and 2015, the public financing of the health systems was further reduced.
The 2018 Economic and Financial Document set public health spending as 6·4% of GDP in 2019 and 6·3% of GDP in 2020.” 4

Conseguenza di questi tagli è stata la diminuzione del numero di borse di specializzazione finanziate dallo stato, necessarie però per il completamento della formazione di un giovane medico. Ciò ha generato un grande problema: la mancanza di medici specialisti. Infatti, per completare il proprio percorso formativo, un aspirante medico deve innanzitutto laurearsi in Medicina e Chirurgia, un ciclo unico di studi di 6 anni al quale si accede dopo aver superato un test; la laurea da qualche giorno è finalmente diventata anche abilitante, perciò non è più necessario conseguire l’abilitazione dopo di essa; una volta abilitato il giovane medico potrà completare il percorso formativo specializzandosi. Per farlo, dovrà sostenere un altro test, per il quale sono attualmente previsti circa 8mila8 posti finanziati dallo stato (a cui se ne possono aggiungere altri finanziati dalle regioni), superato il quale otterrà una Borsa di specializzazione con la quale completerà la propria formazione e conseguirà il titolo di Medico Specialista (per intenderci sono Medici Specialisti: pediatri, oncologi, ginecologi, cardiologi, chirurghi, dermatologi, reumatologi, gastroenterologi, endocrinologi, psichiatri ecc). Da ciò può essere chiaro a tutti come la diminuzione del numero di borse di specializzazione porta alla formazione di un’insufficiente quantità di medici specialisti che non saranno quindi in grado di rimpiazzare quelli in uscita, generando una carenza.

Se questo problema è oggi reso ancor più evidente dallo stato emergenziale in cui ci troviamo, che ci ha obbligati a richiamare in servizio medici pensionati9  e a chiedere un aiuto dall’estero10-11, già all’inizio del 2019 la Regione Molise12 e la Regione Veneto13 hanno richiamato in servizio personale precedentemente collocato in pensione.

Risale inoltre al luglio 2018 la pubblicazione da parte della FIASO (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) di un report intitolato “Dal fabbisogno specialistico di personale SSN allo sviluppo organizzativo delle competenze” 14 in cui viene tracciato un quadro di fabbisogno medico in Asl e ospedali da qui al 2025, mostrando come il gap tra medici specialisti in entrata e in uscita aumenterà notevolmente nei prossimi 5 anni.

Il primo dato a saltare all’occhio nel report è il primato italiano di anzianità dei nostri medici, che nel 51,5% dei casi hanno superato i 55 anni di età, contro il 10% del Regno Unito, il 20% o poco più di Olanda e Spagna, mentre Francia e Germania si collocano al secondo e terzo posto ma con percentuali di medici con i capelli bianchi del 40% circa.

I medici che lasceranno il servizio tra il 2018 e il 2025 saranno oltre 54 mila. Questo anche a causa del fatto che il 35% di loro lascia il lavoro prima dei sopraggiunti limiti di età: o perché si prepensiona o per andare nel privato.

Questo dato tuttavia non è in grado di fornire un quadro completo della situazione relativa alla consistenza numerica della dirigenza medica disponibile nei prossimi anni se non viene integrato con l’analisi dei possibili futuri ingressi.

Al fatto che i contratti di specializzazione sono fortemente contingentati si aggiunge il fatto che uno specializzato su quattro opta per altro (come il lavoro nel privato, in convenzione o magari all’estero), ciò crea un gap crescente dal 2017 in poi tra medici neo-specializzati e medici che lasciano il posto. Dal 2018 al 2022 avremo circa 11.800 medici in meno di quelli necessari a sostituire chi ha lasciato il proprio posto.

Pure assumendo, come qualche associazione di categoria ha ipotizzato, che questo studio non ha preso sufficientemente in considerazione né la riorganizzazione messa in atto negli ospedali, né i nuovi bisogni di salute della popolazione sempre più orientati verso l’assistenza socio-sanitaria territoriale, rimane centrale la necessità di un aumento delle borse sia della medicina generale sia della specializzazione.15

Infatti, come viene spiegato dall’associazione di medici e dirigenti sanitari italiani “Anaao Assomed” nello studio intitolato La programmazione del fabbisogno di personale medico, proiezioni per il periodo 2018-2025: curve di pensionamento e fabbisogni specialistici 16:
va ricordato il totale fallimento della programmazione del numero di specialisti per regione e disciplina. Nei prossimi anni mediamente si laureeranno circa 10.000 medici ogni anno, ma il numero di contratti di formazione post-lauream, che solo nel 2018 è arrivato a circa 7.000, è da tempo insufficiente a coprire la richiesta di specialisti e di percorsi formativi rispetto al numero di laureati. Si è determinato, così, un “imbuto formativo”, che nel tempo ha ingabbiato in un limbo circa 10.000 giovani medici, che aumenteranno nei prossimi 5 anni fino ad oltre 20.000 senza un forte incremento dei contratti di formazione (Figura 1). Giovani medici laureati, posti “tra color che son sospesi”, destinati a ritentare l’ammissione alle scuole di specialità l’anno successivo o a lasciare il nostro Paese, regalando ad altre nazioni, in particolare Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, l’investimento per la loro formazione scolastica ed universitaria, circa 150.000/200.000 € per medico, il costo di una Ferrari.”

Allo scopo di ottenere un aumento delle borse di specializzazione di almeno 5000 unità molte associazioni si sono battute da anni.

Questo incremento è assolutamente necessario per non stringere ulteriormente l’imbuto formativo che si è generato negli ultimi anni.

Se fino a qualche settimana fa la questione poteva sembrare coinvolgere solo gli studenti e i giovani medici, è ora chiaro a tutti come riguardi invece chiunque usufruisca del Servizio offerto dal Sistema Sanitario Nazionale.

Le stesse associazioni che hanno lavorato affinché il finanziamento di almeno 5000 borse di specializzazione in più venisse inserito nella legge di bilancio 2020 – senza ottenere purtroppo i risultati sperati in quanto il governo ha cassato all’ultimo momento il provvedimento dai suoi decreti – oggi hanno creato un documento diretto al Presidente del Consiglio, al Ministro Manfredi e al Governo tutto, alla cui diffusione vogliamo contribuire:

«Vi scriviamo per riportarVi il nostro forte rammarico di fronte alla constatazione del fatto che nel DL del 17 Marzo 2020 numero 18 non siano emersi fondi destinati al finanziamento di contratti di formazione medica specialistica.

Ci riteniamo soddisfatti per il risultato che aspettavamo da anni di una laurea veramente abilitante, ma questo non può e non deve essere un punto di arrivo per la costruzione della Sanità Italiana del domani che si aspetta un aumento minimo di 5.000 contratti di formazione aggiuntivi per il concorso di Luglio 2020.

Comprendiamo pienamente, soprattutto in quanto giovani Medici e Studenti in Medicina la gravità di un momento storico come questo così come comprendiamo lo sforzo enorme che ognuno dei singoli Ministri, Senatori e Deputati sta compiendo per garantire una gestione dell’emergenza nel migliore dei modi possibili.

Condividiamo e appoggiamo ognuna delle misure intraprese a favore di lavoratori, famiglie ed aziende. Non condividiamo e non comprendiamo peró come non ci siano tutele per il Sistema Sanitario Nazionale, che proprio in questi giorni si sta dimostrando sebbene profondamente fragile anche indispensabile affinché a ogni singolo cittadino sia garantito il diritto alla Salute.

Il SSN non potrà mai reggere le sfide del futuro se non ci saranno investimenti sulla formazione di medici specialisti, a nulla vale abilitare 10mila giovani medici se a questi non viene poi garantita la possibilità di specializzarsi e diventare medici specialisti in grado di occupare una posizione lavorativa concreta.

Per l’anno 2020 le proiezioni parlano di circa 22mila candidati al test di Specializzazione, per meno di 9mila posti (ai quali si potrà aggiungere un numero, tuttavia esiguo, di contratti regionali). Ció significa che oltre 10mila medici non verranno formati da questo Paese che è lo stesso ad avergli garantito, sei anni prima, un percorso formativo che a questo punto si definirebbe a metà.

Un’emergenza come questa, tra cinque anni, avrebbe una storia naturale completamente diversa, gli Ospedali non riuscirebbero a garantire neanche la metà dello sforzo e del lavoro di questi giorni, mancherebbero così tanti medici specialisti che l’inevitabile esito sarebbe catastrofico e ci ritroveremmo a fare i conti con una strage preannunciata. E a nulla servirebbero gli applausi o i minuti di silenzio per gli eroi medici, a nulla servirebbe ringraziarli pubblicamente, tra cinque anni non ci saranno medici da ringraziare.

Alla luce di queste considerazioni, tenendo conto delle necessità e dei fabbisogni formativi dei Medici Specialisti dell’Italia, Vi chiediamo a nome di tutte le sigle che firmano questo documento e a nome di tutti i giovani medici e studenti che rappresentiamo di impegnarVi concretamente ad evitare di decidere a tavolino una tragedia già scritta che se non risolta adesso ci darà i suoi frutti a distanza di pochi anni. L’impegno deve essere di garantire, a partire da luglio 2020 (auspicando che la data del concorso rimanga tale e non vi siano spostamenti concorsuali) un numero di almeno 5mila contratti di formazione in più, arrivando ad almeno 13.500 contratti totali, da rendere strutturali attraverso gli ulteriori fondi emergenziali che speriamo vengano stanziati all’interno degli eventuali successivi decreti e provvedimenti che verranno promulgati.

In fede, Giovani Medici per l’Italia
Dipartimento Medico
FederSpecializzandi
ANAOO-ASSOMED
ALS- Associazione Liberi Specializzandi»

1.https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1978/12/28/360/so/0/sg/pdf

2.https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1990/01/26/21/sg/pdf

3.http://www.salute.gov.it/portale/esenzioni/dettaglioNotizieEsenzioni.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=3584

4. https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S2468-2667%2819%2930189-6

5.https://scholar.google.com/scholar_lookup?hl=en&publication_year=2010&author=WHO&title=World+health+report+2010%3A+health+systems+financing+%E2%80%93+the+path+to+universal+coverage

6.https://www.bloomberg.com/news/articles/2017-03-20/italy-s-struggling-economy-has-world-s-healthiest-people

7.https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(18)30994-2/fulltext

8.https://lamedicinainunoscatto.it/2020/01/ssm20-ecco-quante-borse-dovrebbero-essere-per-davvero/

9.http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2020/03/19/linps-i-medici-usciti-con-quota-100-possono-lavorare_3947e9d6-6f49-451f-a4f2-123bea3662b9.html

10.https://www.lastampa.it/cronaca/2020/03/13/news/l-aiuto-cinese-all-italia-materiale-esperti-e-i-risultati-del-lavoro-di-migliaia-di-medici-1.38588578

11.http://www.ansa.it/sito/videogallery/italia/2020/03/19/coronavirus-gallera-a-bergamo-si-parte-arrivano-medici-da-cuba_acb0f0a9-7698-4cf2-993e-3123ebc44bfc.html

12.http://www.ansa.it/molise/notizie/2019/03/20/mancano-medicimolise-cerca-i-pensionati_946cabe6-f407-4a3a-bdbc-44995953d60d.html

13.http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2019/03/26/veneto-autorizza-assunzione-medici-in-pensione_1506f299-62e8-49ab-88a5-13f4d08d6e71.html

14.https://www.fiaso.it/Pubblicazioni/Dal-fabbisogno-specialistico-di-personale-SSN-allo-sviluppo-organizzativo-delle-competenze

15.http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=64181

16.http://www.anaao.it/public/aaa_8949220_fabbisogni_2018-2025_versione_05_01_2019.pdf

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