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mercoledì , 24 Aprile 2024

È nata Reds

Nessuna risposta oltre la tua” è il verso finale di una bellissima poesia di Brecht intitolata “A chi esita”.
Questa poesia che abbiamo voluto ripercorrere, un verso dopo l’altro, nella campagna che ci ha portato a questo appuntamento, riporta fedelmente ciò che ogni militante e simpatizzante della sinistra pensa ogni giorno.
Campagne elettorali, incontri, dibattiti sempre uguali, sempre con le stesse parole d’ordine. Da una parte chi invita al voto utile (utile a chi non è dato sapere) e dall’altra chi rivendica maggiore purezza, il non essersi corrotti con “le trame del potere borghese”. L’incontro di due inutilità. L’inutilità di chi non ha più neanche l’intenzione di cambiare il modo contro l’inutilità di chi tra il proprio orgoglio e la realtà sceglie il primo.

Così lo scontro si è spostato integralmente all’interno del campo della destra. Da una parte una destra reazionaria che è stata in grado di “tradurre” il nazionalismo trasformandolo in senso comune, con parole d’ordine che hanno ritrovato nuova forza dopo che sembravano sconfitte per sempre. Dall’altra una destra liberale e liberista talmente egemone da essere riuscita perfino a far breccia in alcuni partiti della sinistra. Questo è avvenuto perché di fronte alla destra reazionaria, la conservazione, agli occhi di molti, è sembrata perfino rivoluzionaria.

Lo scontro tra destre conservatrici e destre reazionarie è così grande da essere presentato come unica possibilità: li chiamano “globalisti” contro “sovranisti”, ma la sostanza non cambia. Ogni tanto un compagno o una compagna si fermano e si chiedono se ne vale ancora la pena. Ognuno poi trova la propria risposta e molti hanno stretto i denti e si sono detti che dovevano fare un ultimo sforzo, un ultimo sacrificio e che, alla fine, il sole dell’avvenire sarebbe rispuntato. 

La verità è che a queste condizioni non ne vale più la pena. Ho avuto modo di vederlo l’anno scorso durante la campagna congressuale, con sezioni sempre più balcanizzate, in mano a questo o quel signorotto locale. Ho avuto modo di vederlo dopo il congresso, girando per le sezioni di tutti gli altri partiti, in tutta Italia, dove ho trovato tanti compagni che dietro all’apparente durezza nascondevano una enorme fragilità. Ci hanno convinto, negli anni, che a partiti diversi corrispondono persone “geneticamente” diverse. Antropologie distanti che in nessun modo possono incontrarsi: “con quelli è inutile che ci parli, tanto lo sai come sono fatti.”

Sciocchezze.

La verità è che questa diaspora della sinistra ha portato alla nascita di tante solitudini che sono innanzitutto vuoti di pensiero. Nelle nostre solitudini ci siamo incattiviti, ci siamo instupiditi e abbiamo lasciato andare avanti il mondo come se noi non ci fossimo. Ci siamo convinti che nella solitudine e nell’isolamento avremmo trovato le risposte o, almeno, la forza di aspettare qualcuno che le portasse in dote. Ci siamo messi in attesa di un messia che però non verrà. 

REDS vuole essere proprio questo. Iscriversi alla Rete dei democratici e socialisti vuol dire, come avrebbe detto il compagno Gramsci, “compiere un atto di indipendenza e liberazione.”
Indipendenza dai facili leaderismi.
Liberazione da questa solitudine imposta.
Come abbiamo voluto disegnare sulla tessera, noi vogliamo accendere un fumogeno, uno di quelli che si vedono a chilometri di distanza, in una città in rovina per far vedere ai tanti che si sentono soli che, in realtà, soli non sono.

Dobbiamo prendere coscienza che soltanto noi, ciascuno con il proprio impegno e il proprio lavoro, possiamo rimettere in piedi ciò che altri hanno distrutto. Vogliamo che ogni compagno si fermi per un attimo, si guardi intorno e si ricordi, per un attimo, chi eravamo e chi possiamo tornare ad essere.
Dobbiamo porci le domande giuste e poi cercare delle risposte che non siano pulite e preconfezionate, ma sporche del lavoro e dello studio di ciascuno di noi.
O, come appunto dice Brecht, “Nessuna risposta oltre la tua”.

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